Lo scellerato art. 38 della legge "Sblocca Italia", anche grazie al decreto attuativo del medesimo articolo di legge (D.M. del 25 marzo 2015), si accinge a produrre i suoi nefasti effetti in Terra di Basilicata con il pozzo della vergogna denominato "Pergola 1" di Marsico Nuovo (http://www.olambientalista.it/?p=38573). È questa la triste constatazione e drammatica conferma delle tante documentate preoccupazioni che molti avevano sollevato sulla legge "Sfascia Italia" e sulle peggiorative modifiche ed integrazioni avvenute con la legge di Stabilità 2015 che si potrebbero sintetizzare con una recente frase del Prof. Salvatore Settis, ex direttore della Normale di Pisa e oggi alla guida del comitato scientifico del Louvre: "Renzi svende le meraviglie d’Italia" e con quanto affermato dal Prof. Tomaso Montanari che "critica aspramente il modo in cui il governo Renzi apre all’ingresso dei privati nella gestione dei beni culturali [...] e con lo Sblocca Italia esponendo il paesaggio al rischio di nuove colate di cemento" (http://www.left.it/2015/05/15/renzi-svende-le-meraviglie-ditalia-al-salone-del-libro-la-denuncia-di-settis-e-montanari/). Ciò detto, invitiamo a parlare anche della tante emergenze ambientali, in atto o potenziali, negli strabilianti padiglioni dell'Expo 2015 quale ennesima sceneggiata del "vivere sano" e dell'ingannevole pubblicità alla parola “cibo” molto spesso pronunciata con voce ammaliante e con sponsor quali McDonald's e Coca-Cola. Pubblicità che indirizzerebbe inevitabilmente ad una mistificazione della realtà agricola del nostro Paese nel quale, all'esaltazione delle competenze enogastronomche e dei prodotti alimentari di qualità, occorre affermare con la stessa enfasi che il Suolo agricolo rappresenta la base produttiva che restituisce a noi tutti le tanto decantate ricchezze. Proprio quel Suolo che si sta velocemente e drammaticamente riducendo (ultimo censimento Istat sullo stato dell’agricoltura italiana rileva che, dal 1970 al 2010, la superficie agricola sia diminuita del 28%). Un dato Istat allarmante e favorito da normative nazionali indirizzate ad una irresponsabile deregolamentazione che incentiva la cementificazione e la perdita irreversibile di suolo agricolo in generale. Si parli anche di questo nel prossimo evento del 22 maggio organizzato dall'Unione dei Comuni Alto Bradano in cui si discuterà dei prodotti tipici dell'Area alla presenza, tra l'altro, dei rappresentati nazionali di Coldiretti e Confagricoltura. Proprio quell'Area sulla quale pende una spada di Damocle chiamata Permesso di ricerca idrocarburi "Palazzo San Gervasio", "La Bicocca" a cui si aggiungono le istanze per i limitrofi territori dei Comuni di San Fele, Muro Lucano, Picerno (https://www.youtube.com/watch?v=tiRgx3v8Vbw); per non parlare della folle centrale termoelettrica ibrida chiamata "solare termodinamico" alle porte del Comune di Palazzo San Gervasio che vorrebbe segnare l'irreversibile perdita di oltre 226 ettari di terreno fertile ed irriguo (https://www.youtube.com/watch?v=vMGtd2iYxbE); del possibile ampliamento dell'impianto di Venosa tra le proposte dell'osservatorio regionale dei rifiuti in Basilicata (http://www.intercomunalelucania.it/2015/05/ambiente-riunione-dell-osservatorio-regionale-rifiuti.html) insieme agli effetti tanto "salutari" delle emissioni in atmosfera provocate dal funzionamento dell'inceneritore Fenice-EDF a San Nicola di Melfi alle porte del Comune di Lavello (http://www.intercomunalelucania.it/2015/02/le-diossine-di-fenice-cercatele-tra-erba-e-pascoli-da-basilicata24.html) e senza dimenticarsi degli effetti connessi alla cementeria di Barile. Tutto questo non sembra affatto compatibile con un territorio vocato all'agricoltura e ai prodotti d'eccellenza, proprio quei prodotti di cui si vorrebbe parlare all'Expo2015 e nel prossimo incontro del 22 Maggio alla presenza dell'Assessore regionale delle Politiche Agricole e Forestali. In conclusione: cercasi coerenza tra parole e fatti, non per noi che sappiamo come difendere concretamente la nostra Terra, ma per voi stessi che tanto parlate di sviluppo rurale. Quale sviluppo rurale ci sarebbe senza che venga posto concretamente un freno alle società d'affari (del petrolio, delle finte/speculative rinnovabili e della "monnezza") le cui azioni determinano un irreversibile sfregio al Paesaggio rurale arrecando danni all'Ambiente, all'Agricoltura e alla Salute dei Cittadini?

Associazione Intercomunale Lucania Coordinamento SiP del Vulture Alto Bradano