Programma del movimento "Si Può Fare"
SI PUÒ FARE
- IN MOVIMENTO VERSO IL CAMBIAMENTO -
Per la maggior parte della popolazione locale è diventata ormai una consuetudine
(assolutamente legittima) quella di constatare continuamente il mal funzionamento
dei servizi, o addirittura l’assenza di servizi, ed esprimere giudizi colmi di
delusione o di insofferenza nei confronti delle amministrazioni pubbliche. Una
fetta di questa popolazione si ferma al giudizio, e non va oltre, legittimando così
l’oggetto della sua stessa critica e dimostrando un superficiale o addirittura falso
interesse per il bene comune (che è anche il bene del singolo cittadino). C’è però
un’altra parte della popolazione che non vuole limitarsi alla banale constatazione,
che non si ferma al semplice – seppur costruttivo - giudizio, che sente davvero il
bisogno di apportare un contributo o un sostegno alla vita comune; è quella parte
della popolazione a cui interessa marginalmente la bandiera politica, a cui non
interessano ‘le promesse’ fallaci dei soliti politicanti; è quella parte della
popolazione stanca degli inciuci e delle spartizioni del potere; è quella parte della
popolazione che pretende la totale onestà del governante, che desidera fortemente
Legalità e aborrisce la corruzione. E’ quella parte della popolazione di cui si sente
troppo poco la voce, non per la scarsa validità delle sue idee, ma per la disillusione
di vederle realizzate.
Ebbene, da questa parte della popolazione, per la popolazione tutta, nasce il
movimento civico “Si può fare – in movimento verso il cambiamento”.
Partendo dalle risorse locali umane e materiali ci si pone l’obiettivo di risanare il
debito, creare lavoro e migliorare le condizioni della comunità rendendo Palazzo
San Gervasio un comune imprenditore di se stesso. Il tutto, che potrebbe sembrare
piuttosto idealistico e utopico, può vedersi realizzato puntando su alcuni
investimenti innovativi ed intelligenti, prendendo anche spunto dalle esperienze
vincenti di altri Comuni italiani.
Secondo noi, SI PUO’ FARE.
 
Politiche Sociali
Siamo troppo abituati ormai a giudicare il grado di civiltà di una comunità attraverso le “grandi opere” (piazze, monumenti ecc), così da dimenticare che uno dei reali indicatori del benessere sociale sia la condizione più o meno svantaggiata delle categorie più deboli come quella dei diversamente abili, quella delle famiglie che sono sempre più vicine alla soglia della povertà, quella dei lavoratori stagionali. Il ruolo delle politiche sociali è proprio quello di ridurre le differenze derivanti dalle diverse condizioni anche personali per portare tutte le fasce della popolazione ad un pari livello di dignità. Un importante strumento di intervento è la Cultura: quando si parla di cultura non si parla soltanto di arte ma anche di educazione. L’educazione è il più forte strumento di divulgazione di valori che esista, e la mancanza di educazione è il più pericoloso strumento di odio che si possa creare. Integrando il difficile lavoro delle scuole, è possibile promuovere campagne educative per rendere la nuova generazione consapevole e sensibile verso alcuni temi che, purtroppo, sono tutt’altro che scontati, come quello della discriminazione sociale, della discriminazione personale (razzismo, misoginia, omofobia ecc), della violenza e dell’integrazione. Campagne educative che devono necessariamente essere alla portata di tutti. Palazzo è ormai da molti anni un paese multietnico, e nonostante ciò la cittadinanza è ancora spaventata e diffidente verso i cittadini di altre etnie, seppure molte famiglie si siano stabilite in modo permanente trovando lavoro, pagando un affitto e contribuendo così all’economia locale. E’ fondamentale creare punti di incontro tra i Palazzesi originari e i ‘nuovi’ Palazzesi, per dissipare finalmente tutti i pregiudizi e le paure che non hanno alcun fondamento. Camminando per le strade del nostro paese ci si accorge di quanto poco interesse sia stato dedicato all’abbattimento delle barriere architettoniche. L’adeguamento alle norme vigenti è stato attuato, realizzando ad esempio delle rampe di accesso su alcuni marciapiedi, ma osservando che cittadini in carrozzella o mamme con passeggini circolano sulla viabilità dedicata agli automezzi anziché sui marciapiedi, ci si chiede cosa ci sia che non funzioni. Ebbene, provando a circolare seguendo i percorsi dedicati appare immediata la presenza di ostacoli e impedimenti. Marciapiedi troppo stretti, rampe di accesso ‘poco accessibili’, ostacoli di diversa entità (alberi, pali dell’illuminazione pubblica, panchine), e anche automobili selvaggiamente parcheggiate e non punite che ostacolano o le strisce pedonali o le stesse rampe. Collaborando con gli addetti all’urbanistica è necessario risolvere questi pesanti disagi, che per molti potrebbero sembrare non rilevanti, ma che per pochi rappresentano un grosso ostacolo alla vivibilità quotidiana. Un fenomeno che dovrebbe essere una grande risorsa per la comunità e invece sta diventando un grosso problema è quello dei flussi dei lavoratori stagionali. Il problema, al contrario di quanto molti sostengono, non sta nel flusso di lavoratori in sé, ma sussiste nelle condizioni in cui questi lavoratori sono costretti a vivere nei mesi di lavoro. Un numero di lavoratori che arriva a toccare i 2000 l’anno non può e non deve accamparsi fortuitamente in casolari abbandonati in cui mancano i servizi igienici fondamentali e i servizi idrici. E’ una responsabilità comune quella di assicurarsi prima di tutto che le leggi nazionali in materia di lavoro vengano rispettate; in secondo luogo si potrebbe pensare ad una sorta di “urbanizzazione delle campagne” utilizzando anche proventi derivanti dai progetti per l’agricoltura, per rimettere in sesto ad esempio le strutture abbandonate appartenenti al vecchio Ente Riforma Agraria, con l’intento di non ghettizzare il lavoratore ma di inserirlo in un circuito di comunicazione con il centro abitato utilizzando una sorta di servizio di trasporto pubblico dedicato. Un possibile progetto che apporterebbe benefici sia in termini economici che in termini di occupazione sarebbe quello dell’istituzione di una mensa per la preparazione dei pasti per le scuole dell’infanzia e le scuole dell’obbligo che applicano orari scolastici prolungati, e per le famiglie in condizioni di disagio. Ad oggi i servizi di mensa sono già esistenti, ma vengono affidati a ditte private site in paesi limitrofi; la proposta è quella di creare una ditta comunale che si occupi della mensa, abbattendo le spese e realizzando prodotti di qualità nettamente superiori sfruttando la ‘filiera corta’.  La nostra lista civica è assolutamente contraria alla presenza del Centro di Identificazione ed Espulsione (CIE) non solo sul territorio comunale; il movimento è assolutamente ostile a qualsiasi idea di “carcerazione preventiva” priva di diritti, in cui viene meno la dignità e la libertà dell’essere umano e si fomentano idee di diffidenza e razzismo nei confronti dell’immigrato. La lista è inoltre ostile all’idea imperversata fin ora di far girare l’economia sfruttando situazioni di questo tipo; pertanto si propone di dialogare con Governo e Ministero per arrivare ad un’intesa che ponga fine a queste situazioni.
Attività Sportive
Incentivare l’attività sportiva in una comunità significa dare importanza a due aspetti: il benessere psico-fisico dei cittadini e la possibilità di creare situazioni di aggregazione sociale alternative. L’attuale situazione dello sport in paese è purtroppo principalmente incentrata sull’attività calcistica la quale, seppur di grandissimo interesse, non dovrebbe offuscare la miriade di attività sportive che sarebbe possibile attuare. Non dobbiamo andare molto indietro con la memoria per ricordare quanto Palazzo sia stato in passato un importante vivaio di talenti sportivi nel campo dell’atletica e del judo; la nostra proposta è quella di rendere la situazione sportiva più poliedrica e differenziata sfruttando le già esistenti risorse strutturali e umane. Per quanto la gestione e la manutenzione delle strutture sportive affidata a privati sia attualmente efficiente, sarebbe possibile - rendendone pubblica la gestione – avvicinare maggiormente il servizio all’utenza abbattendone i costi, e creando occupazione inquadrata con contratti di tipo comunale. Sarebbe di grande importanza per l’attività ludica dei cittadini e per un incremento dell’attività turistica, la creazione di percorsi ciclabili lungo le strade principali del paese, fino a portare le piste al bosco comunale, collegandole ad altre piste ciclabili intercomunali che attualmente sono già in progetto nei comuni limitrofi, per creare dei veri e propri itinerari turistici in bicicletta. All’interno del bosco comunale sarebbe inoltre possibile creare degli iter turistici dedicati al trekking e all’equitazione.
Arte Cultura
Investimenti sulle già esistenti risorse umane locali, tenendo presente e coinvolgendo le realtà culturali già esistenti (Associazioni, gruppi, scuole ecc.), e creare quindi forti e produttive collaborazioni tra l’ente pubblico e l’ente privato. Forte investimento sui giovani, dando voce alla popolazione giovanile, mettendola in gioco e rendendola la vera protagonista della scena artistica, offrendo innovazione ed educazione di alto livello. Incentivi per i numerosi giovani talenti, Riconoscendo e valorizzando i giovani talenti in campo artistico e non, in modo da ricostruire un orgoglio di appartenenza alla comunità così da incentivare gli stessi giovani ad investire sulla terra che li ha accompagnati durante la crescita. Istituzione di una “Accademia Artistica” comunale. Il più alto obiettivo che si potrebbe raggiungere sarebbe quello dell’istituzione di una “Accademia delle Arti”, una istituzione che riunisca in sé scuole di musica, di danza e di arti figurative, gestita dall’ente comunale, così da semplificare l’accesso per l’utenza e creare una istituzione che, al sud Italia, ancora non si vede.  Promozione di stagioni concertistiche, mostre, presentazioni culturali di ogni genere, organizzandone la programmazione attraverso linee guida specifiche per non disperdere risorse. Per dare un senso a queste iniziative occorre organizzarle con professionisti del settore e inserirle in vere “stagioni artistiche”, cioè in periodi dell’anno dedicati a determinati temi, coinvolgendo gli enti e le personalità già presenti nella comunità. Valorizzazione della cultura popolare palazzese e della tradizione antica, per sottolineare che la Cultura è anche quella che si respira nel cuore più profondo del paese, fatta di gastronomia, di suoni, di abiti, di tradizioni, che devono essere in tutti i modi valorizzate, divulgate, ed innovate. La cultura popolare merita quindi il più alto degli interessi. I luoghi della cultura palazzese. La ben funzionante Biblioteca Comunale, ha bisogno di una marcia in più, cioè di entrare finalmente nelle reti delle biblioteche pubbliche lucane e nazionali, per offrire servizi molto più efficienti. Non si sa se tutti gli sforzi necessari per mantenere la Pinacoteca D’Errico siano stati fatti, ma purtroppo non sono stati sufficienti, e non lo saranno finché la struttura non riaprirà con o senza i Suoi quadri. Una volta ultimati i lavori di ristrutturazione del Castello Marchesale, sarà il più suggestivo luogo da dedicare agli eventi culturali. Convegni, presentazioni, mostre, concerti, seminari, recite, spettacoli… Una immensa risorsa, da utilizzare con intelligenza e criterio. Un grandissimo strumento che potrebbe spostare la vita cittadina nel centro storico del paese. Matera Capitale Europea della Cultura 2019. La città di Matera è stata candidata ad essere la Capitale Europea della Cultura del 2019, e con Matera l’intera regione sarà sotto i riflettori internazionali, per questo tutti gli sforzi che si devono compiere per dare una forte impronta culturale alla comunità devono anche essere fatti considerando questo evento di grandissimarilevanza culturale internazionale.
Agricoltura
Attualmente l'economia agricola del nostro comune si basa sulla coltivazione di pomodoro e cereali, con un giro economico stimato intorno ai cinque milioni di euro complessivi. Le nuove politiche agricole oggi (per fortuna) puntano molto sul prodotto biologico in virtù delle scelte che arrivano dalla comunità europea, poiché si mira a competere con i paesi in via di sviluppo creando un prodotto che punti sulla qualità. In più a questo va aggiunto il disastro ecologico dovuto all'inquinamento delle falde acquifere, poiché attualmente l'acqua che si utilizza per scopi civili e agricoli proviene quasi esclusivamente da pozzi comunali. L'utilizzo di fitofarmaci ha contribuito, e continua a farlo, ad un aumento esponenziale di forme tumorali e leucemiche. Quale potrebbe quindi essere una strategia che possa ridisegnare il concetto di agricoltura?
1° PROGETTO
Immaginiamo una forma di consorzio che metta insieme una buona fetta dell'imprenditoria agricola del nostro territorio. Immaginiamo che tale consorzio chieda delle regole da rispettare riguardanti l'aspetto ecologico (agricoltura diversificata e prodotti biologici) e l'aspetto della tutela dei diritti della manovalanza. L'odierno quadro complessivo disegna una realtà di questo tipo: l' imprenditore, il solo a decidere, opta per soluzioni più convenienti a causa dei numerosi i passaggi di filiera e delle forme di mediazione legale o illegale con il lavoratore (caporalato), e anche perché strozzato dal sistema economico delle quote. Se gli si offrisse invece la prospettiva di un mercato che vada a marginare, per poi eliminare, tutte le forme di mediazione e tutti i passaggi di filiera, si potrebbe avere un risultato economico nettamente favorevole per il bracciante, per il consumatore e per l'agricoltore. Immaginiamo che si possa utilizzare per tale scopo una struttura di quelle già esistenti (ad esempio l'area dell' ex tabacchificio) Proviamo a continuare ad immaginare che parte di tale struttura possa essere adeguata per la realizzazione di un' industria conserviera, gestita non dal privato ma dal COMUNE che utilizzando le norme in materia di tutela dei diritti dei lavoratori e del biologico possa potenziare tali controlli anche in maniera indipendente, rafforzandoli con la collaborazione di associazioni che già si occupano di tutto ciò (Libera ad esempio potrebbe certificare l'assenza di infiltrazioni mafiose, Legambiente la qualità di un prodotto genuino, un sindacato la presenza di tutela dei diritti in materia contrattuale) e che tale prodotto possa essere venduto a parita' del prezzo di altri prodotti di fascia medio-alta gia' presenti sul mercato. La domanda che potrebbe sorgere spontanea ad un qualsiasi imprenditore agricolo sarebbe: "Se sono obbligato a subire controlli ancor più ferrei, cosa ci guadagno?” L'eliminazione della filiera e della mediazione, la notevole diminuzione dei costi di trasporto essendo il prodotto trasformato in loco abbasserebbero notevolmente le spese di produzione, dando all' imprenditore margini di guadagno nettamente piu' ampi, e creerebbero una quantita' notevole di posti di lavoro legati alla coltivazione e alla trasformazione del prodotto. Un tempo a Palazzo San Gervasio lo si faceva....la nostra proposta mira a fer risplendere quel "tempo" che sembra essere stato perduto.
2° PROGETTO
Riappropiazione a termine dei contratti di fitto dei terreni coltivabili appartenenti al COMUNE. Come e' ormai noto, molti terreni comunali sono stati dati in fitto a privati per cifre davvero irrisorie. Dovrebbe sorgere una domanda spontanea in tutti noi : SE TALI TERRENI APPORTANO UN GUADAGNO AI COLTIVATORI AFFITTUARI, PERCHE' MAI NON POTREBBE ESSERE IL COMUNE A COLTIVARE I PROPRI TERRENI ? Il progetto di "riappropiazione dei terreni comunali" non ha come scopo quello di togliere piccoli fazzoletti di terreno dati in fitto a piccoli proprietari terrieri per coltivare l' orticello famigliare, bensì quello di togliere alle già ben economicamente solide famiglie del mondo dell' agricoltura grossi appezzamenti di terreno che potrebbero giovare all'intera comunità.
3° PROGETTO
Creazione di un MERCATO ORTOFRUTTICOLO DI TIPO GROSSISTA: apporterebbe grossi benefici in termini economici sia al Comune, creando posti di lavoro inquadrati con un contratto di tipo comunale (coltivatori, piazzisti, logistica e trasporti), sia al privato che potrebbe vendere il proprio prodotto direttamente sul posto con margini di guadagno nettamente superiori.
Ambiente
La lista civica SI PUO’ FARE ha un animo fortemente ecologista. Tale spirito e’ riassunto in 5 punti:
1) Cancellazione di ogni istanza di ricerca, di coltivazione e di stoccaggio di idrocarburi sull’intero territorio del Comune, coinvolgendo anche i Comuni limitrofi in una seria riflessione sui NON BENEFICI che le estrazioni petrolifere apportano al territorio..
2) Avvio immediato delle bonifiche ambientali di diverse discariche abusive di rifiuti speciali, in seguito ad ispezioni, indagini e denunce ( zona del bosco in primis ).
3) Divieto espresso di utilizzo di sostanze ritenute inquinanti a qualsiasi titolo in zone di captazione di sorgenti o in vicinanze di invasi.
4) Programma di individuazione di zone boschive per un processo di rinaturalizzazione integrale dell’ambiente attraverso la reintroduzione di specie animali e vegetali, con conseguenti norme restrittive per la tutela della fauna (restrizioni sulla caccia e sul disturbo ambientale).
5) Contrasto legale ai processi di combustione nei settori della produzione energetica, del trattamento dei rifiuti solidi urbani ed industriali. Si prevedono azioni legali e di coinvolgimento della popolazione atte alla chiusura immediata dell’ inceneritore FENICE di San Nicola di Melfi, le cui condizioni di inadeguatezza e di non rispetto delle vigenti leggi, mettono in serio pericolo la nostra salute e quella del territorio in cui viviamo.
Energia
Attuazione di progetti volti alla creazione di siti per la produzione di energia “pulita” per il soddisfacimento dei consumi del Comune e con la possibilità di vendere l’ energia elettrica prodotta anche alla popolazione. Nello specifico, la nostra proposta e’ quella di creare un parco fotovoltaico e di minieolico che sia di proprietà esclusiva del Comune e non di aziende private operanti nel settore (le royalties che vengono riconosciute ad un Comune hanno un valore che rasenta il ridicolo, stimabile attorno al 3% max). Molti piccoli Comuni hanno infatti deciso di investire personalmente nel settore delle energie rinnovabili, investimenti sicuri che garantiscono nel tempo una vera e propria fonte di sostentamento economico. E’ proprio sull’ esperienza di queste altre amministrazioni che noi vorremmo focalizzare gran parte delle nostre energie progettuali. L’ energia solare e quella prodotta dal vento, se ben ottimizzate, possono soddisfare interamente i consumi pubblici e parte dei consumi privati. Anche il singolo cittadino può infatti avvalersi dell’ utilizzo di tale energia con benefici quantificabili in termini economici fino al 20% sulla propria bolletta. Tali siti sarebbero individuati in zone lontane dal centro abitato e rispettando scrupolosamente le leggi sull’ impatto ambientale (visivo in primis) e cercando di togliere meno spazio possibile ai terreni volti alle coltivazioni. Oltre a tali benefici, non è meno importante la creazione di posti di lavoro nel settore della manutenzione ordinaria e straordinaria e nel servizio di vigilanza.
Rifiuti
Che i rifiuti siano una ricchezza e non un inutile residuo dei nostri consumi è ormai quasi ovvio, tanto che da molti anni le strutture di conversione di rifiuti in energia si stanno moltiplicando. E’ risaputo inoltre che l’impatto ambientale e il tasso di inquinamento sono elementi fondamentali per il benessere e la salute delle persone; è infatti scientificamente comprovato che il tasso di mortalità, l’incidenza di tumori e leucemie e la presenza di malattie genetiche sono direttamente proporzionali al livello di inquinamento ambientale (atmosferico, delle falde acquifere ecc). Perciò lo scopo da perseguire dovrebbe essere riuscire a raccogliere i rifiuti nel modo più efficiente possibile (attraverso la raccolta differenziata) e smaltirli nel modo meno dannoso possibile per l’ambiente, il tutto abbattendo il più possibile tutti i costi. Nel comune di Palazzo e in tutta la comunità montana dell’Alto Bradano sono stati fatti grandissimi passi avanti a riguardo attraverso l’organizzazione della raccolta differenziata porta-a-porta e la creazione di centri di stoccaggio. Nonostante tutte queste lodevoli iniziative però, l’attuale piano rifiuti presenta a nostro avviso numerose lacune, e in ogni caso le attuali modalità di raccolta e smaltimento non apportano alcun beneficio economico all’utenza e all’ente. La fase più delicata dell’introduzione alla raccolta differenziata è quella dell’educazione del cittadino alla differenziazione dei rifiuti; essendo questa fase ormai superata, si potrebbe pensare ad un primo intervento per l’abbattimento dei costi di gestione, modificando la modalità di raccolta sostituendo la raccolta porta-a-porta con l’introduzione di appositi bidoni specifici per ogni tipologia di rifiuto (carta, plastica, alluminio, vetro, organico ecc). All’abbassamento dei costi poi si aggiunge un conseguente miglioramento della nettezza urbana stradale (ultimamente trascurata), e una maggiore comodità dell’utenza che non sarebbe più costretta ad accumulare immondizia nelle proprie abitazioni. Tornando al concetto di rifiuti come grande risorsa economica, ci siamo chiesti in che modo si potrebbe concretamente ottenere dei vantaggi: abbiamo trovato la risposta nella creazione di una Piattaforma di prima trasformazione dei rifiuti.
- Trasformazione della carta: lavaggio, rimpasto, quindi produzione di carta e cartone riciclati.
- Trasformazione della plastica: stoccaggio, pressofusione a basse temperature senza emissioni di CO2, imballaggio, e successiva vendita del prodotto.
- Trasformazione della latta: lavaggio, imballaggio e vendita.
- Trasformazione del vetro: lavaggio, processo di granulazione e vendita.
- Trasformazione dei rifiuti organici: l’utilizzo più vantaggioso dei rifiuti organici è senza ombra di dubbio quello della sua conversione in fertilizzante per l’agricoltura con il metodo della lombricocoltura.
Se questi progetti venissero attuati affidando buona parte della gestione all’ente comunale, i vantaggi sarebbero di notevole portata: ci sarebbe prima di tutto una diminuzione della tassa dei rifiuti; si creerebbe un numero considerevole di posti di lavoro; la maggior parte dei profitti dell’azienda di trasformazione sarebbero introiti diretti nelle casse comunali.
Urbanistica
Considerazioni generali e vantaggi
La rivalorizzazione di aree e beni pubblici, in quanto patrimonio storico, artistico, archeologico e culturale dei piccoli comuni costituisce un elemento fondamentale per favorire la crescita dello sviluppo socioeconomico locale. Nonostante l’ampia ricchezza di beni culturali presenti nei piccoli comuni però, questi rientrano spesso nella fascia bassa in fatto di risorse economiche. I centri antichi rappresentano il nucleo originario di questi Comuni attorno ai quali si è sviluppato il tessuto urbanistico, e rappresenta una fonte di potenziale sviluppo economico che, se adeguatamente valorizzato come attrattore culturale e turistico, può diventare fondamentale. La riqualificazione di tale memoria storica può rivelarsi un valido strumento per frenare ed eventualmente anche tendere ad invertire l’attuale tendenza allo spopolamento di molti piccoli centri.. In vista di ciò si rivela di fondamentale importanza non solo la rivalorizzazione del patrimonio culturale in termini di identità e memoria storica, bensì anche la sua inclusione in un circuito virtuoso che supporti l’economia di un comune, la sua capacità di darsi progetti di trasformazione a scala territoriale allargata (e di perseguirli) e il suo inserimento in un mercato di tipo globalizzato. Si può affermare che dalla rivitalizzazione di un “centro storico” possono derivare vantaggi competitivi per la sopravvivenza economica dei piccoli centri e un valore sociale che, nell’equilibrato sfruttamento e valorizzazione delle risorse locali, procurano un incremento delle presenze e dei flussi turistici.
Proposta di progetto
Per la realizzazione di tali premesse si promuove un programma di valorizzazione della bellezza e ricchezza del nostro comune, che prevede una riqualificazione del centro storico di Palazzo San Gervasio con l’obbiettivo finale di un suo inserimento in percorsi turistici da cui il nostro comune è attualmente completamente assente (considerando anche il fatto che la città di Matera sarà nel 2019 la capitale europea della cultura), sulla scia della politica italiana di recupero e rivitalizzazione del tessuto storicoarchitettonico che è già in atto in numerosi comuni italiani e verso cui si sta muovendo anche la regione Basilicata, come nel caso di comuni limitrofi a Palazzo. Più concretamente il progetto prevede la riqualifica del Castello di Federico II di Svevia e il restauro lungo Corso Manfredi protraendosi fino a Piazza Matteotti. L’eventuale rivitalizzazione del Castello non solo andrebbe a valorizzarne i suoi potenziali su scala locale, ma lo vedrebbe inserito in una “rete” di castelli normanno-svevi presenti sul territorio lucano e pugliese, attualmente già rivalutati e utilizzati per attività culturali. Si prenda, ad esempio, il Castello di Melfi, il quale attualmente è utilizzato come sede del Museo Archeologico Nazionale, in cui vengono conservate le testimonianze relative allo sviluppo culturale dei siti indigeni dell'area del melfese che vanno dal VII-VI secolo a. C. e il Castello di Lagopesole in cui, nelle varie sale, vi si allestiscono delle mostre. Partendo dalla convinzione che ogni patrimonio storico rappresenta in sé cultura, si potrebbe pensare all’eventualità di utilizzare il Castello di Palazzo, a sua volta, come contenitore culturale, adibendone alcuni degli ambienti ad attività temporanee e itineranti. Tra le possibili funzioni da poter assegnare al Castello si intravede la possibilità di aprire un caffè letterario, una sala congressi, libreria, artigianato ed eventi culturali. La scelta di ripristino del tessuto storico lungo corso Manfredi fino a Piazza del Popolo comporterebbe la nascita di un importante asse che vedrebbe collegati il suddetto Castello e la Pinacoteca Camillo d’Errico, emblema della vita culturale palazzese. Infine il comune potrebbe attuare delle strategie per incentivare il ripopolamento del centro storico (sgravi fiscali ecc.).
Commercio e Attività Produttive
Guardando alle imprese locali piccole e medie, l’obiettivo è quello di creare una stretta rete di collaborazione sia tra l’Ente e l’azienda, sia tra le stesse aziende, in modo da riuscire a comprendere quali siano le reali esigenze e i problemi della rete commerciale locale.  Un grande aiuto sarebbe rappresentato non tanto dall’incentivo economico, quanto dall’impegno dell’Ente di promuovere il più possibile occasioni importanti per le imprese (come l’organizzazione di fiere), e di rendere la concorrenza commerciale davvero liberale. Un esempio sarebbe quello di permettere alle attività commerciali di rimanere aperte fino ad orario inoltrato, così da agevolare e incentivare (ad esempio in concomitanza di grandi zone pedonali ) il consumo da parte del cittadino. Risulta di fondamentale importanza in questo contesto sottolineare che il commercio svolge un ruolo cardine nei processi di valorizzazione dei centri abitati. Sulla base di queste considerazioni tale valorizzazione deve essere intesa come punto fondamentale di partenza per poter ottenere in contraccambio una rivitalizzazione economica della comunità locale avviando un processo che da statico si trasforma in dinamico, in cui non solo si dà valore al tessuto storico-architettonico, rappresentante l’elemento statico di suddetta riqualificazione, ma si genera una nuova attrattività e capacità di ricchezza che con certezza andranno a rendere dinamica l’economia.  Infine, non possiamo trascurare la tendenza dei cittadini (in notevole aumento) di utilizzare quotidianamente il web, non solo quando si è in casa o al lavoro ma in qualunque luogo si voglia, grazie ai tablet e agli apparecchi di ultima generazione. Sarebbe perciò un grandissimo servizio per il cittadino la possibilità di usufruire della rete internet ovunque egli si trovi, in qualunque momento: questo sarebbe possibile grazie alla realizzazione di una rete wireless che copra l’intero paese, e che sia completamente gratuita e priva di restrizioni di ogni genere, senza trascurare la massima protezione per gli attacchi web.
Palazzo San Gervasio: un importantissimo polo strategico.
Una considerazione assolutamente trasversale in tutti i settori, che purtroppo non viene assolutamente sfruttata come si dovrebbe, è quella della localizzazione geografica di Palazzo. Più che in altri luoghi, a Palazzo è possibile creare un vero flusso di turismo culturale e di commercio. Questo grazie alla sua eccezionale posizione interregionale, da cui si è parimenti distanti dai maggiori capoluoghi di regione pugliesi e lucani (Potenza, Matera, Bari, Foggia). Un luogo ideale per creare un punto di incontro, un polo di raccolta, che sta a noi sfruttare al meglio delle possibilità creando occasioni ed eventi che attraggano l’interesse da ogni parte.