C’è differenza, quantunque non appaia,
tra Re dei topi e Re della topaia.

C’è una sostanziale differenza, caro Savino Lombardi, tra Tradizione e Consuetudine; ed io che non sono esperto come te in Diritto Canonico, prima di dirti alcune cose in risposta a quanto tu hai scritto martedì  14/07/2009  sul sito di PSG,ti dirò, prima di tutto, che mi sono fatto dare da mia figlia Francesca lo Zingarelli minore ed a pg 270 voce “consuetudine” n.3 ho letto: “Fonte di Diritto consistente nella ripetizione di dati comportamenti col convincimento che essi rispondano a un obbligo giuridico.” Ti dirò, anche, quello che, un giorno, mi disse il mio povero papà; mentre eravamo in campagna. Papà mi disse che suo padre era stato chiamato in Comune perché volevano sapere se ricordava qualche consuetudine campestre del Comune di Forenza perché l’Amministrazione Comunale era stata sollecitata dalla Camera di Commercio  di Potenza che stava proprio compilando il Trattato Giuridico sugli usi e consuetudini della provincia; che avrebbe poi distribuito alle Amministrazioni di Giustizia e Pubbliche. Ecco perché la differenza, come tu stesso dici, tra Tradizione e Consuetudine, è sostanziale; proprio perché le Consuetudini debbono essere riconosciute ed approvate da un organo dello Stato –( cioè dal” legislatore” di cui fa menzione il tuo Codice di Diritto Canonico).
E penso che non mi debba soffermare sulla differenza tra Tradizione e Consuetudine; ma bisogna stare attenti a non ritenere come  Consuetudine un uso che non si sia protratto per un lungo volgere di anni  e non sia stato riconosciuto nel Trattato Usi e Consuetudini specie quando tu ritieni che non sarebbe possibile cambiare una tradizione che non è Consuetudine. Se ti fossi ripiegato con maggiore attenzione sulla sorte di quelle vecchie Chiese che tu hai indicato nell’articolo “E i Palazzesi stanno a guardare”; ti saresti anche tu dovuto porre la domanda: perché scomparvero quelle Chiese? E tu stesso ti saresti dovuto porre la relativa e logica risposta. Avresti così,  tu stesso, riconosciuto e messo in evidenza che quelle Chiese  scomparvero per mancata ristrutturazione proprio perché mancavano le rispettive Confraternite e perché le autorità civili e religiose, che si erano susseguite in quegli anni, che, man mano, le avevano viste progressivamente rovinare; non le avevano ritenute meritevoli di riparazioni di anno in anno proprio perché i nostri concittadini avevano visto fiorenti e vitali la Chiesa di San Nicola e quella del Santissimo Crocifisso.  E la stessa fine avrebbe fatto anche la Chiesa di San Sebastiano che presentava, come tu certamente ben ricordi, profonde pieghe di scostamento nella facciata principale, nel campanile e nel pessimo stato di conservazione del tetto; se la confraternita della Chiesa e la Fede dei fedeli non avessero sollecitato, chi di dovere, per quelle necessarie riparazioni, i cui risultati, tutt’oggi, ognuno di noi ammira e riconosce. E penso, che, su questo argomento; non valga più perder tempo e fare delle recriminazioni che sarebbero sempre e comunque fuori luogo. E veniamo a quella che tu chiami la “diatriba del momento” e cioè quello che tu definisci:” il cambiamento apportato alla tradizione (?) della Madonna di Francavilla.” - Che tu non possa credere che questo sia “un problema ormai superato” è una idea che tu puoi mantenere se la ritieni una cosa ingiusta stando al tuo punto di vista; ma non puoi attribuirla soltanto a “qualcuno” perché quel qualcuno non è il solo a pensarla differentemente da te; ma è tutto l’insieme dei fedeli che hanno visto con piacere che la venerata Madonna di Francavilla rimanga nel suo Santuario durante il periodo estivo anzicchè nel periodo invernale; attenendosi ad una prassi più giusta e conferente in conformità di tutti gli altri Santuari che consentono che i loro Santi alberghino proprio durante i mesi estivi nei loro Santuari siti, come il nostro, lontano dai centri abitati. Se scrivo le mie idee, sia ben chiaro per tutti te compreso, che, io lo faccio, perché la Fede me lo impone; perché non ho alcun interesse diretto o indiretto da tutelare, né secondi fini, come tu, stranamente, ritieni. Se pensi poi che, ciò facendo, si vorrebbe “invalidare il coro di proteste di tanti Palazzesi, contrari al cambiamento, e imporre l’iniziativa, spacciandola per popolare” non so, in verità, spiegarmi se tu scrivi per partito preso o secondo la verità che la tua Fede di credente ti impone. Vedresti, allora, che, mentre tu la pensi in senso contrario; vi è tanta gente che la pensa come me e che ritiene che, giusta quanto ha detto in merito il nostro amatissimo Vescovo; vi sono delle cose che vanno cambiate, proprio perché è la massa dei fedeli a ritenerle più giuste, appropriate ed efficienti. Non attribuire ai firmatari di quel famoso fax, al ns. bene amato Vescovo, un significato diverso, e mal taciuto, di volontà popolare; perché quei firmatari, chiedevano che il Vescovo fosse intervenuto alla chiusura del mese mariano a Francavilla, niente di più di tanto. Quindi quell’invito non ha voluto significare – come tu erroneamente sostieni: “indurre il ns. Vescovo a prendere una decisione così importante quando tu, ben sai, che il Vescovo si era già espresso in merito e che accoglieva con piacere l’invito ad officiare la chiusura del mese mariano nel Santuario di Francavilla. Io ritengo che la pronunzia del ns. Vescovo abbia definitivamente chiuso l’argomento; o la diatriba, che, con una parola tanto difficile, vuoi criticare il pronunziato di Chi, in tuo luogo e vece, e, in rappresentanza del clero diocesano, ha ritenuto utile e produttivo di benèfici effetti, il provvedimento da Lui adottato. La Madonna di Francavilla, oggi, risiede nel suo Santuario e vi rimarrà fino alla già stabilita domenica di Settembre, per far rientro nella Chiesa di San Nicola. Posso anche capire che tale decisione non ti garba o non garbi a qualche altro che la pensi come te; ma tu, da buon Cristiano, devi rispettare e far rispettare la decisione del ns. Vescovo, perché, è su di Lui, e non su noi; la decisione che Ha Ritenuto opportuno adottare. Né puoi continuare ad ostinarti che “la questione non è assolutamente da ritenersi chiusa” perché, insistendo su tale tuo divisamento; finiresti col criticare l’operato di un Vescovo che la nostra Fede non ammette. In verità, ti dico, che avresti fatto meglio a terminare qui il tuo articolo senza aggiungervi gli ultimi sette periodi; perché, in essi hai racchiuso dei concetti e degli apprezzamenti che un uomo come te e con le responsabilità che ti sono state affidate, mai avrebbe dovuto scrivere: “che 50 firmatari erano stati sufficienti ad indurre il ns. Vescovo ad una decisione così importante”. - Evidentemente ti piace dimenticare che il Vescovo, come tale, è l’istituto fondamentale della Chiesa tanto vero che lo stesso Codice Canonico di cui tu parli,sotto ogni articolo del Codice, fa sempre salvo il diverso divisamento del Vescovo. Quindi, come vedi, le tue affermazioni sono lesive della dignità di un Vescovo e tu avresti dovuto riconoscere che tanto non ti è consentito, né ti è – del pari -, consentito dubitare di quanto il ns. Vescovo ebbe a dire nella Cerimonia di Consacrazione di don Nicola come parroco di San Nicola. La faccenda dei nove o dei dieci e più anni è demandata al Vescovo il quale ha il potere di agire per il bene dei fedeli secondo quanto gli impone la normativa della Conferenza Episcopale che, senza dubbio, ti è sfuggita. Ma, di grazia, perché hai usato un linguaggio contestativo nei confronti di don Teodosio? Se, come tu stesso dici, “ per la Giustizia terrena la Legge è uguale per tutti” perché mai ti duoli di una decisione che la Chiesa demanda ad Altri e non a te? Un uomo come te, infine, non deve sperare (a parole)-nella giustizia divina ma deve confidare in essa, ricordando che Giustizia, Misericordia e Fede sono i cardini della Giustizia Divina e queste sono le:”cose che bisogna(va) fare (Mt,23)” perché queste sono le cose più essenziali della Legge che tu, non so perché, hai voluto tralasciare. Forse miri ad un referendum anche tu come Pannella? Io non lo penso, né te lo auguro. Una cosa mi piace dirti ancora una volta: io non sono animato né da quegli interessi di parte né da quei grossolani tornaconti (di cui tu parli)- e mi piace confermarti  che mi sei caro e cordialmente ti saluto!