Quest’anno in giro per le vie di Palazzo San Gervasio, di immigrati impegnati nella raccolta dei pomodori, se ne vedono meno degli altri anni.

Questo, non sta significare che non ve ne siano. In verità, la presenza del Cie (Centro di identificazione ed espulsione), ubicato nello stesso sito dove sin dal 1999 vi era il Centro di Accoglienza Immigrati, sorto in un’area confiscata alla mafia, e divenuto nel 2011 un campo blindatissimo, per identificare ed espellere gli immigrati clandestini, non permette la fruibilità di quella che era l’area preposta all’accoglienza dei migranti. I braccianti che arrivano, magari senza visto, nella cittadina bradanica sono costretti a trovare rifugio in ricoveri di fortuna, in poderi dell’ex Ente Riforma, ed a ”tirare avanti” con il minimo indispensabile, pur di finire la raccolta del pomodoro. La situazione si protrarrà, nubifragi permettendo, al massimo per 15 - 20 giorni. Riprenderà poi la migrazione per la raccolta di altre colture di verdura o di frutta in altre zone, nell’incertezza totale: troveranno posti migliori o più disagiati? L’amministrazione comunale, come ha rassicurato l’assessore alle Attività produttive ed Immigrazioni Antonio Paradiso, con non poche difficoltà, di concerto con le associazioni presenti sul territorio, compresa la Caritas Diocesana, sta garantendo il minimo indispensabile. E' assicurata l'acqua potabile, la presenza di un'auto medica e, per quel che si può, la somministrazione di beni e cose di prima necessità. Molto si sta facendo, continua Paradiso, per cercare di regolarizzare il lavoro degli operai, con molta resistenza da parte anche di questi ultimi. Certo, forse l’annoso problema, potrebbe in qualche modo essere alleviato, se gli agricoltori stessi prendessero in carico i propri operai, nel periodo della raccolta, garantendo un alloggio e un ingaggio.Tema questo di non facile risoluzione, vista anche la congiuntura poco felice, che il paese sta attraversando dal punto di vista economico. Purtroppo, in questo periodo dell’anno, le proposte per risolvere il problema immigrazione a poco servono, salvo che, queste proposte, possano divenire l’inizio di un’adeguata programmazione per il nuovo anno, ed evitare che la prossima raccolta trovi tutti ancora impreparati. La gestione di questo flusso di lavoratori, ormai consuetudine, andrebbe concertato con le istituzioni locali, regionali e nazionali per tempo, non a pochi giorni dall’inizio, o peggio a campagna quasi conclusa.

tratto da http://www.nuovadelsud.it