“La comunità di Palazzo San Gervasio è ostaggio di un gruppo di consiglieri comunali che fanno il bello e il cattivo tempo”. A lanciare l’allarme è Giovanni Liberatore, dell’Italia dei Valori, che aggiunge: “Fermiamoli prima che sia troppo tardi. A Palazzo stanno succedendo cose inaudite. Il sindaco Pagano, nonostante non abbia i numeri per andare avanti, continua a governare ed a distruggere, con piccoli escamotage, la cittadina bradanica. Nell’ultima assise comunale, oltre al già contestato regolamento urbanistico che ha visto il parere contrario di una parte della maggioranza, della minoranza, e soprattutto dell’intera comunità, ora è il turno delle finanze comunali a essere nell’occhio del ciclone. Infatti, - continua Liberatore – da un lato si decide la vendita dei terreni di proprietà del Comune per ripianare i debiti contratti con la società incaricata della raccolta dei rifiuti solidi urbani, dall’altro si regala alla curia un immobile, ex sede della scuola elementare. Cosa si nasconde dietro tanta generosità? Perché non si sono salvaguardati i terreni? Considerando che l’edificio ha un valore maggiore, la sua vendita avrebbe potuto risanare le casse comunali. Confidiamo che la Corte dei Conti faccia piena luce su quando si sta verificando nel nostro paese, e che non permetta ad un’amministrazione pubblica una gestione così ‘allegra’. Attendiamo a breve la sentenza sugli espropri dei terreni per edificare la zona 167. I cittadini affittuari dei terreni, già sul piede di guerra e pronti a far ricorso, non permetteranno questo ennesimo scempio. Dopo la riscossione degli usi civici, l’aumento del 40% dell’esazione dei rifiuti solidi, questa è un’ulteriore beffa ai danni dei cittadini. Non vorrei che questo fosse il preludio di un nuovo dissesto finanziario, come avvenne negli anni 80. Il bosco è l’unico bene rimasto di proprietà comunale, venderanno anche questo, o toccherà alla Pinacoteca D’Errico? Mi aspetterei nei prossimi giorni, - conclude l’esponente IdV- un atto di coraggio da parte del sindaco: la consegna delle dimissioni, come più volte richiesto dai banchi dell’opposizione”.
Fonte: www.basilicata.italiadeivalori.it