E’ stato proiettato ieri sera presso la Sala Periz di Bella nell’ambito dell’VIII edizione del ‘’Bella Basilicata Film Festival’’ il docufilm tutto lucano di Antonello Faretta. L’autore, inoltre, ha deciso di presenziare alla rassegna ed introdurre con le sue stesse parole insieme al Direttore Artistico della kermesse Giacomo Martini l’opera diretta specialmente ai tanti richiedenti asilo politico presenti in sala. ‘’E’ un documentario che racconta due fenomeni. Quello della raccolta dei pomodori - afferma il regista potentino - da parte di alcuni migranti stagionali a Palazzo San Gervasio e quello dei badanti a Bella. Il titolo è sorto dall’osservazione di questi fenomeni, per mezzo dei quali si è rinforzata ulteriormente la teoria secondo la quale la Lucania sia una terra di transito’’. Guardando il documento filmico emergono diversi dettagli. A Palazzo San Gervasio si lavora sin dal 1999,
 
quando i migranti venivano accolti presso la Fontana del Fico, grazie alla quale potevano usufruire di servizi minimi. La carenza di manodopera ha determinato tale insediamento periodico. E c’è chi ritiene che essi lavorino in condizioni tali da avvicinarsi allo sfruttamento e allo schiavismo. A Bella invece si racconta per mano degli sguardi, di piccoli gesti l’integrazione rumena e magrebina. L’aspetto più curioso riguarda le prospettive di futuro dei cittadini stranieri. Anche loro, così come i tanti lucani che ogni anno lasciano la propria terra, ritengono che la Lucania sia una terra di passaggio all’interno del suolo italiano. Spazio poi ad un altro documentario che riguarda da vicino i ragazzi ospitati presso la pensione ‘’Le Anfore’’: Soltanto il mare di Dagmawi Yimer. Una splendida testimonianza di come si viveva nel 2006 (prima dell’incremento degli sbarchi) a Lampedusa, tra riflessioni dei cittadini su tutto ciò che concerneva la vicenda ‘’clandestini’’. Domani sera doppio appuntamento alla Sala Periz. Alle 18 la seconda parte dell’anteprima curata da Veronica Muscio e Salvatore Pagliuca dal titolo ‘’dal brigantaggio all’emigrazione’’ e alle 21 ‘’Il villaggio di cartone’’ del maestro Olmi. Nell’anno dell’ 80esimo anniversario di nascita, il regista ha deciso di presentare il suo ultimo lavoro a Venezia senza concorrere. Ecco in breve la trama: un anziano prete a riposo assiste allo sgombero della chiesa. Un gruppo di clandestini si ripara all’interno di essa per via di un temporale e comincia a procurarsi tutto il possibile da quel luogo ormai dissacrato. Arriveranno gli uomini della legge, ma il prete si schiererà con i migranti, la chiesa recupererà così il valore dell’accoglienza.
Fonte:www.basilicatanet.it