Vi prego, non derubatemi più.
Calpestarono allora il baco dei miei sorrisi
e morirono mille farfalle ,
dipinsero di grigio e di grigio soltanto le pareti della mia stanza,
che dimenticai i colori e i sapori e le forme e gli spessori,
e il mio mondo, tutto lo rubarono
lasciandomi un angolo senza finestre
e mi rubarono così anche il sole,
mi lasciarono solo il vestito disegnato da loro
nell’idea assurda che li assomigliassi.
Fecero del mio cuore il magazzino gratuito dei loro orrori
e sfrattarono anche il mio più flebile anelito.
Presero in ostaggio l’amore del mondo
perché pensassi di esser sola
e così mi rubarono l’urlo che nessuno poteva ascoltare.
Cosparsero di petrolio i confini della baracca dell’anima mia
e rubarono così i miei passi, e i miei gesti e bruciarono le mie armi.
E come il più crudele dei soldati saccheggiarono le mie tasche e il mio orgoglio
che la guerra può finire solo con la resa, la mia.
Non rubatemi anche il tempo che ancora non ho perso
con un silenzio che dimezza i respiri e raddoppia il dolore!
Non tacete, non ingannatevi con pensieri e parole,
non rubatemi l’intelligenza!

Liberatore Angela.