Un tempo nei piccoli borghi, il quieto scorrere della vita veniva a volte squarciato dall'arrivo della Compagnia dei Comici dell'Arte. Canti, lazzi, urla e sconcezze, invadevano le strade che, d’un tratto si popolavano di gente accorsa a vedere quegli attori e quelle attrici che viaggiavano su carretti scassati, in groppa a cavalli azzoppati, se non addirittura sui muli. Molto spesso non erano neanche attori, ma semplici manigoldi che tentavano di sbarcare il lunario con ogni mezzo. Dall'arrivo inaspettato nel borgo, da quest'irruzione imprevista e vitale, parte lo spettacolo della Compagnia Artificio, tratto da un canovaccio seicentesco di uno dei maggiori esponenti della Commedia dell’Arte italiana, Tiberio Fiorilli. Attraverso le vicende di una compagnia di Comici dell’ Arte, viene raccontata in maniera mirabile il perenne conflitto che oppone l’artista ai potenti, "del loro ruolo nella società e della funzione sociale del Teatro".