Il primo maggio dei lavoratori, Ma anche dei pensionati, dei disoccupati e dei migranti. Proprio per questo motivo Cgil, Cisl e Uil di Basilicata hanno deciso di celebrare la giornata a Palazzo San Gervasio, «luogo simbolico di approdo dei popoli che fuggono dalla povertà e dalle guerre che stanno insanguinando la sponda meridionale del Mediterraneo». L'iniziativa è stata presentata ieri mattina a Potenza, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato i segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil, Antonio Pepe, Nino Falotico e Carmine Vaccaro. 

«Il lavoro per unire il Paese» è il titolo della manifestazione che comincerà alle ore 10. Un tema che, hanno spiegato Pepe, Falotico e Vaccaro, sta a sottolineare che il lavoro deve essere «unito e non ci possono essere contrapposizioni tra giovani e anziani, italiani e stranieri, lavoratori pubblici e privati». Ma in questo particolare Primo Maggio, hanno sottolineato i rappresentanti sindacali, la Basilicata sarà costretta a fare i conti soprattutto con il lavoro chemanca: tra il 2009 e il 2010 11.000 persone sono state espulse dal mondo del lavoro e ad oggi non vi sono ancora rientrate e la disoccupazione giovanile tocca un tasso del 38 per cento contro una media nazionale del 30. 

«La nostra battaglia – ha detto il segretario regionale della Cgil Antonio Pepe – è il lavoro in una situazione drammatica, con la chiusura di imprese che avviene quotidianamente. Un vero e proprio bollettino di guerra. Alla Regione Basilicata chiediamo un cambiamento nell'approccio al lavoro, in grado di dare risposte ai giovani, ai disoccupati, ai precari e ai migranti». Proprio questi ultimi costituiscono una realtà sempre più significativa in Basilicata, visto che, come ha sottolineato il segretario regionale della Cisl Nino Falotico, «in Basilicata ufficialmente ci sono circa 20mila migranti, ma secondo le nostre stime il dato si avvicina quanto meni ai trentamila. Un fenomeno variegato, fatto di clandestini, di profughi e di regolarizzati di cui non si può non tener conto visto che, se non ci fossero i migranti alcuni servizi non potrebbero essere rogati. Servizi alla persona come nel caso delle badanti, ma anche nei settori dell'agricoltura, dell'industria e del terziario». 

Nella Basilicata del lavoro che non c'è alcune delle note particolarmente dolenti, indicate dal segretario regionale della Uil Carmine Vaccaro, sono «la distrazione della politica rispetto ai drammi della disoccupazione, la mancanza di investimenti produttivi consistenti sul territorio da oltre 20 anni a questa parte, la necessità di dare sostegno alle famiglie dei lavoratori in mobilità in deroga. Occorre mettere insieme tutti i soggetti coinvolti, istituzioni, sindacati, imprese, per condividere le responsabilità e per passare dalle parole ai fatti». Un lungo cammino, quello per uscire fuori dalla crisi, che per i sindacati dovrebbe essere accompagnato da un migliore utilizzo delle risorse petrolifere, per costruire opportunità di lavoro in tutta la regione. Riguardo al petrolio, perplessità sono state espresse dai tre segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil sul «Memorandum» sul greggio appena firmato dalla Regione Basilicata e dal Governo. Per Pepe, Falotico e Vaccaro, si tratta di «qualcosa di già visto», che non basta a far dimenticare «quanto di incompiuto c'è stato nel precedente accordo dal punto di vista delle infrastrutture stradali ed aeroportuali». 

Dal nuovo accordo, invece, i sindacati vorrebbero «che alcune opere fossero portate a compimento, che le compagnie petrolifere portassero in Basilicata alcune delle loro attività produttive ed un raddoppio dei posti da parte del Governo nei centri di ricerca della Basilicata». Dal canto loro i sindacati hanno già presentato alla Regione un documento unitario con le loro proposte su come uscire dalla crisi, in primis rendere più attrattiva la Basilicata per gli imprenditori abbassando i costi di acqua, luce e gas. Unitario perché, in rapporto alle polemiche dei giorni scorsi sulle divisioni all'interno del sindacato, Pepe, Falotico e Vaccaro hanno risposto: «Noi siamo insieme sulle questioni fondamentali, con l'auspicio di poter stare insieme su tutto». 

Infine, Cgil, Cisl e Uil, in occasione del primo maggio hanno voluto ricordare anche le vittime dell'emergenza dimenticata: l'alluvione dei primi di marzo che ha lasciato tante famiglie e tanti imprenditori lucani in ginocchio e per la quale non è stato fatto nulla.
Fonte : www.lagazzettadelmezzogiorno.it