Un’estate davvero ricca di eventi e manifestazioni quella da poco trascorsa qui a Palazzo S. Gervasio. Il vento gelido dei giorni scorsi l’ha spazzata via in fretta, tanto da farcela apparire come un lontano ricordo. Inoltre la ripresa degli impegni, degli affanni, dei problemi di sempre ce la fanno rimpiangere come i ritorni dalla crociera  in pubblicità. Ma gli echi  delle serate in piazza, delle feste all’aperto, delle mostre fotografiche, dei concerti, delle processioni e dei fuochi d’artificio risuonano ancora nell’aria e nelle nostre teste, tuttavia, con la consapevolezza che un altro anno sta trascorrendo nell’attesa della prossima estate. A proposito di anni, una festa da ricordare è stata quella del 20 agosto scorso in onore dei cinquantenni. Ebbene, il raduno di tutti quelli nati nel 1959! Di quelli di 50 anni, 600 mesi, 18.250 giorni, 438.000 ore, 26.280.000 minuti…Da sballo, ritrovarsi tutti o quasi tutti  residenti e non e raccontarsi e ricordare la vita con la sensazione di non essersi lasciati che il giorno prima, accomunati da un infanzia trascorsa laddove si è nati, nella stessa terra, nello stesso luogo, innegabile ed unico. L’infaticabile Donato Tiraboschi e sua “inseparabile” Filo coadiuvati  da altri amici, hanno organizzato davvero una bella festa. Tutti nel cortile della chiesa del Crocifisso alle ore 19,00. Il nostro Arcivescovo G. Ricchiuti, dopo la celebrazione liturgica e la benedizione, ha  stretto i festeggiati in un abbraccio simbolico, in una gioia condivisa. La serata è proseguita al centro “Dinamic Club”  in una fresca atmosfera  confidenziale e  moderatamente sfrenata, sotto un cielo puntellato di mille stelle brillanti come solo nelle serate d’agosto sanno essere. Sulle slide, create con competenza e professionalità dal nostro Pinuccio Abbatemarco, dal videoproiettore sfilavano notizie e dati sui nati nel 1959. In tutto 263 di cui 133 uomini e 125 donne, i fuori sede il 73%. Sui contesti storici e mondiali, cultura, sport ed eventi importanti. I giochi per le strade affollate di bambini, le canzoni e le famigerate classi  “devotamente” maschili e femminili. Le urla di gioia nel rivedersi bambini col “fioccone” di taffettà annodato al colletto del grembiule. “Quello sono io” si sentiva tra il brusio. I maestri, i sacerdoti, i gruppi musicali che negli anni 70 spaccavano lo scenario del nostro paese. Nulla è stato tralasciato. Insomma una chermes impareggiabile, da ricordare nei prossimi 50 anni. Non sono mancati i balli, i pezzi suonati dai protagonisti, i cinquantenni al basso, alla chitarra, batteria e tastiera. I canti, il Karaoke e foto di gruppo. La cena? E chi pensava a mangiare! Si era sazi di parole, battute, scherzi e tanto affetto e riconoscenza. La torta, lo spumante dolce o secco, i fuochi d’artificio e le ore tarde. Ma non ci si voleva lasciare, poiché l’indomani, 50 anni e un giorno, li avrebbe riportati alla vita di sempre, chi distante dal proprio paese, chi fagocitato dai propri impegni e comunque lontano da quella serata scanzonata e fuori dai rituali. Io a quale categoria appartenevo? Agli infiltrati speciali, naturalmente.
{yoogallery src=[/images/stories/50_anni] height=[200] spotlight=[0] load_lightbox=[0] title=[Classe 1959 - foto di Donato Spezzacatena] thumb=[cut]}
foto di Donato Spezzacatena