Nella serata del 26 gennaio ’14 si è tenuto a Palazzo San Gervasio un incontro dibattito con oggetto di discussione “’Impianto Solare Termodinamico nei territori di Banzi, Genzano di Lucania e Palazzo San Gervasio” organizzata dal circolo del PD di Palazzo San Gervasio.

All’incontro erano invitati i rappresentanti dei circoli del PD di Acerenza, Banzi, Forenza, Genzano di Lucania, Lavello, Maschito, Montemilone, Palazzo San Gervasio, Spinazzola e Venosa, il Sindaco di Palazzo S.G. Michele Mastro, il Consigliere Provinciale Raffaella Piarulli e il Consigliere Regionale Carmine Miranda Castelgrande.

Erano presenti i rappresentanti dei circoli di Genzano di Lucania, Montemilone, Palazzo San Gervasio, Spinazzola e Venosa, il Sindaco di Palazzo S.G. Michele Mastro, il Consigliere Provinciale Raffaella Piarulli e il Consigliere Regionale Carmine Miranda Castelgrande.

Dopo ampio dibattito, è stato stilato un documento sottoscritto dai rappresentanti dei circoli del PD di Genzano di Lucania, Montemilone, Palazzo San Gervasio, Spinazzola e Venosa e consegnato al Consigliere Regionale Castelgrande che illustrerà al Consiglio Regionale e al Presidente della Regione dott. Marcello Pittella, quanto scaturito dalla assemblea.

 

IL PD E’ CONTRARIO

 

ALLA REALIZZAZIONE DELL’IMPIANTO SOLARE TERMODINAMICO DELLA POTENZA DI 50 MW CHE LA TEKNOSOLAR ITALIA 2 INTENDE REALIZZARE IN AGRO DI BANZI MA CHE DI FATTO E' AL CONFINE CON LA ZONA INDUSTRIALE DI PALAZZO SAN GERVASIO. QUEST' ULTIMA, COME NOTO, E' GIA’ PARZIALMENTE UTILIZZATA ED È' IN ULTERIORE ESPANSIONE SORGENDO IN PROSSIMITA’ DELLE ABITAZIONI DEI CITTADINI DI PALAZZO SAN GERVASIO,

 

PER I SEGUENTI MOTIVI:

 

  1. Potenziali rischi per la salute dei cittadini dovuti all’utilizzo di materiali pericolosi e da emissioni nocive derivanti dalla combustione di idrocarburi che dovrebbero permettere all’impianto di funzionare 24 ore al giorno ininterrottamente;

  2. Impianto ad alto rischio incendio poiché esso rientra nella Direttiva Seveso, tanto che le popolazioni circostanti dovranno essere addestrate ad un piano di evacuazione così' come previsto dalle norme racchiuse in tale direttiva;

  3. Conseguenze sull'ambiente circostante poiché potrebbe cambiare il microclima della zona con un possibile e significativo aumento della temperatura, perdita della permeabilità del suolo, disequilibri idrogeologici, fenomeni alluvionali di erosione, desertificazione e impoverimento delle attività agricole, forestali e faunistiche;

  4. Impatto ambientale, stravolgimento morfologico della vallata;

  5. Sottrazione di circa 250 ettari di terreno in una zona altamente fertile ed irrigua;

  6. Tale area è attualmente oggetto di un progetto di irrigazione in corso di esecuzione (dopo trent'anni d'attesa).

  7. Nelle zone agricole "E" degli strumenti urbanistici comunali possono essere autorizzati soltanto interventi relativi ad attività agricole e/o strettamente connesse (si veda per tutti Cass. pen., sez. III, 9 marzo 2012, n. 9369), non certo attività di produzione energetica di tipo industriale come quella in progetto;

  8. La stessa Enea, l’Agenzia per le nuove tecnologie e l’energia che ha sviluppato il solare termodinamico, raccomanda di installare centrali di questo tipo in aree industriali dismesse, in zone desertiche o addirittura nelle discariche esauste.

 

Inoltre visto

 

  • Che, secondo i dati dell'Istat, in Italia la quota di territorio con copertura artificiale è pari al 7,3% del totale a fronte di una media europea del 4,3%, mentre si perdono oltre 40 ettari di suolo naturale al giorno, nonostante l'Istituto per la finanza e l'economia locale stimi un patrimonio di 130 milioni di metri quadri di superficie dismessa;

  • Che, secondo l'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), in Italia si consumano 8 metri quadri al secondo di terreno agricolo;

  • Che Ermete Realacci presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, responsabile green economy del Pd e depositario della proposta di legge 'Norme per il contenimento dell'uso di suolo e la rigenerazione urbana, è del parere che mettere un freno alla cementificazione è una priorità per un Paese dal territorio fragile come l'Italia, e a fronte di questi dati, "continuare ad alimentare la cementificazione e l'impermeabilizzazione del territorio, significherebbe fare scempio del nostro paesaggio e della sua bellezza. Non solo, ma significherebbe rendere ancor più fragile dal punto di vista idrogeologico il nostro territorio nazionale;

  • Che in data 13 dicembre 2013 il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge per il contenimento del consumo del suolo ed il riuso di quello edificato. L'intervento normativo è finalizzato alla valorizzazione delle aree non edificate, alla promozione dell'attività agricola che sullo stesso si svolge o potrebbe svolgersi, nonché alla valorizzazione del suolo come risorsa da tutelare anche ai fini di mitigazione e prevenzione del rischio idrogeologico.

  • Che la salvaguardia della destinazione agricola dei suoli e la conservazione della relativa vocazione naturalistica rappresentano alcuni degli obiettivi di primaria importanza del disegno di legge per il contenimento del consumo del suolo e il riuso del suolo edificato, infatti, soprattutto alla luce dei dati statistici acquisiti, dai quali risulta la progressiva cementificazione della superficie agricola nazionale.

  • Che il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando(PD), ha spiegato al termine del Cdm, con l’approvazione del disegno di legge c’è una "svolta", un "paletto importantissimo", una "inversione di tendenza rispetto al fatto che spesso in questi anni le varie contraddizioni presenti si sono riversate sul consumo indiscriminato del suolo".

  • Che c’è stato il parere negativo della Sovrintendenza …..

  • Che per i terreni interessati dall’impianto, è stato emesso un contributo, con fondi pubblici, per la realizzazione dello schema idrico, quindi così come prevede il disegno di legge per il contenimento del consumo del suolo e il riuso del suolo edificato, non si può cambiare la destinazione d’uso dei terreni.

  • Che i proprietari dei terreni interessati dall’impianto non sono disponibili, a nessun titolo a cedere i propri terreni per la realizzazione dello stesso;

  • Che le popolazioni limitrofe hanno dato il loro diniego per la realizzazione dell’impianto;

 

Chiede

 

Alla Regione Basilicata di RIGETTARE l’Autorizzazione Unica relativa al mega impianto del Solare Termodinamico da ubicarsi nel Comune di Banzi ma a ridosso dell’abitato di Palazzo San Gervasio

E

La modifica delle norme relative al PIANO ENERGETICO REGIONALE.