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PALAZZO SAN GERVASIO - Diffidenza e pregiudizio nei confronti di una bambina affetta da autismo (Disturbo dello spettro autistico) a Palazzo San Gervasio. Accade perfino che alcuni genitori, al momento della pre-iscrizione alla scuola elementare, avrebbero chiesto di cambiare classe ai figli per evitare la «convivenza» con la piccola. Una denuncia che ha generato sconcerto e alimentato i commenti al fulmicotone su Facebook.

La protagonista di questa storia la chiameremo Silvia (nome di fantasia per tutelarne la privacy). Abbiamo incontrato i genitori nel momento in cui si recavano a Melfi per portare la bambina ad un corso di ippoterapia: «Prima non voleva salire sul cavallo, aveva quasi paura, adesso - dice la madre - ha imparato e non vuole più scendere. Purtroppo mia figlia è trattata in modo diverso dalle altre bambine perché autistica. Qualcuno, pur non conoscendo cosa significa essere autistici, preferisce allontanare i propri figli dalla mia piccola». Questo l’amaro sfogo della mamma di Silvia. Un comportamento inaccettabile e discriminatorio che fa male.

«Alcuni genitori sono in allarme - continua la mamma - perché il prossimo anno scolastico, in prima elementare, Silvia potrebbe capitare nella stessa classe dei loro figli. Questi non la conoscono, il suo disturbo non pregiudica assolutamente la convivenza con gli altri, alla scuola dell’infanzia le maestre hanno insegnato i bambini a giocare e collaborare con Silvia, era lei che andava a coccolare i bambini che piangevano. Silvia a scuola è stata benissimo, seguita dalle insegnanti e coccolata dai bambini. Quando la vedono per strada corrono ad abbracciarla e vogliono giocare, non hanno paura. Purtroppo sono i grandi che non capiscono e rendono difficoltoso l’inserimento della bambina nella società civile e nella scuola. Quando un giorno siamo andati in villa - racconta - una mamma mi ha detto che i giardini sono fatti per bambini normodotati e non devono vedere bambini disabili, la stessa cosa era stata detta alla mamma di un bambino down».

L’anno scorso - aggiunge la madre di Silvia - è successo un fatto davvero sconvolgente: «Avevamo trovato una casa in affitto a piano terra esente da ogni pericolo e che si adattava alle esigenze di Silvia. Alla bambina era subito piaciuta, trasmetteva emozioni, cantava ed era felice. Dopo averla imbiancata e messa in ordine ci hanno detto che dovevamo lasciarla perché la bambina poteva dare fastidio agli inquilini di sopra. Quando abbiamo dovuta lasciarla la piccola è caduta in depressione. Per fortuna abbiamo trovato un’altra casa in un condominio accogliente con la gioia di tutti gli inquilini. Nessuno si lamenta e tutti vogliono bene a Silvia e nessuno si manifesta freddo o indifferente». I parroci del paese, venuti a conoscenza di questi incresciosi episodi, che riguardano, per fortuna, una piccolissima parte della cittadinanza, si sono indignati e dal pulpito della chiesa hanno esternato la loro solidarietà alla famiglia.
Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it